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https://www.ibs.it/cronache-enotrie-storie-di-puttana-libro-pino-vitaliano/e/9788897295129
È un racconto di storie antiche, di mondi chiusi, di superstizioni e altre diavolerie. Sesso, peccati e ambiguità per una narrazione a tratti di denuncia, a tratti carica di sarcasmo… “Le cronache enotrie” sono intessute tra le pieghe della storia di Sabbetta, una donna dell’entroterra calabrese che scopre di avere degli strani poteri, come quello di parlare con i morti. Sabbetta diventa ricca per opera del diavolo ma nasconde una saggezza antica e una generosità insospettabile anche agli occhi di Satana. Lei sa di tutti perché tutti si confidano con lei, così raccoglie e custodisce segreti, di vivi e di morti. Ma il diavolo l’attende ai piedi del suo letto funebre vestito da brigante, ladro d’anime in un piccolo mondo che non conosce il fluire del tempo, dove albergano l’invidia, la cattiveria, la superbia, ma anche la pietà e l’amore. Un mondo probabilmente fuori dalla storia.
Parla l’autore
Mi domandano: “Perché scrivi? Per chi scrivi?”
Rispondo. Scrivo, perché mi procura piacere, perché mi piace raccontarmi e perché amo la scrittura, che io considero sangue puro, come direbbe Nietzsche: “Scrivi col tuo sangue, e saprai che il tuo sangue è spirito”. Scrivo, perché sono incosciente e perché mi piacciono le sfide con me stesso. Per chi scrivo? Rispondo ancora parafrasando Nietzsche: “per tutti e per nessuno”. Scrivo, per me stesso, innanzitutto. Se, poi, gli altri mi leggono e mi apprezzano o mi disprezzano, tanto meglio. Intanto, continuo a scrivere. Sempre per me stesso, voglio significare, e senza pensare a nessuno. Tanto, nessuno può dirsi originale. C’è stato un tempo che ho letto tantissimo, in maniera febbrile, quasi compulsiva. Ora, scrivo. E non ho la pretesa di essere originale. Ho già pubblicato “I ricordi di un ulisside” e “Il paese dei pazzi”. Ho appena pubblicato un romanzo: “Cronache Enotrie”. Ho pronto “Il mio medioevo: racconti da Galzimuth”. Presentemente, sto lavorando a un racconto intimista, “Non smettere di mancarmi”, dedicato al mito di Eros e Psiche. Insomma, scrivo e mi diverto. Conclusioni: Scrivo, perché mi piace e non scrivo per nessuno.